SI TRATTA DI UNA STORIA VERA
per il lavoro sul «modus operandi» di cosa nostra prese 104 su 110
PALERMO – Per fare le estorsioni non ci vuole la laurea. Basta, purtroppo, solo una basilare dose di violenza e arroganza. Però Cesare Lupo, condannato per mafia e riarrestato nei giorni scorsi in una retata antiracket, ha voluto aggiungere un suo contributo «scientifico» alla spinosa materia. Era il 2008, quando era in carcere, decise di interessarsi di diritto e, guarda il caso, presentò al termine del corso di studi in scienze giuridiche una tesi di laurea intitolata «L’estorsione aggravata dall’agevolazione a Cosa Nostra». Tesi regolarmente assegnata da Francesco Siracusano, docente di diritto penale all’università Magna Grecia di Catanzaro. Un lavoro talmente ben fatto che è valso a Lupo, 50 anni, anche un discreto voto di laurea: 104 su 110.
IL PROF: «APPASSIONATO DELLA MATERIA» – Nell’agosto 2009 Lupo fu scarcerato e nei giorni scorsi è tornato in galera, nell’ambito dell’inchiesta su racket e altri crimini che ha decapitato le cosche di San Lorenzo, Boccadifalco-Passo di Rigano e Brancaccio. «Era un appassionato del diritto penale classico – ricorda oggi su alcuni quotidiani il professore Siracusano – Se adesso è finita così ha fallito lui nel suo percorso di riabilitazione, ma abbiamo fallito anche noi, professori e società tutta». Lupo era un esperto della materia. In una intercettazione dice al suo interlocutore: «Ci deve fare avere cinquemila euro, i soldi dei cristiani non se li devono tenere in tasca si danno subito».
FONTE corriere del mezzogiorno online del 3.12.2011 ed. Palermo
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