Allerta pesce pangasio pesce pericolosissimo, molti dicono che abbia uno scarso valore nutrizionale, un contenuto di acqua elevato, Contiene E45, presenta una concentrazione elevata di sodio, ha una scarsa quota proteica, è ricco di acidi grassi saturi e provoca malattie cardiovascolari, è sconsigliato dai nutrizionisti e dulcis in fundo è pieno di inquinanti ed è pericoloso il suo consumo !
Cerchiamo di fare un pò di luce su questa intricata faccenda !
Allora il pangasio, normalmente è importato attraverso i canali legali e viene sottoposto ai controlli ufficiali da parte degli U.V.A.C. (ufficio Veterinari Adempimenti Comunitari) e del P.I.F. (Posto Ispezione Frontaliero) del Ministero della salute .
L’Inran (Istituto Nazionale per la Ricerca su Alimenti e Nutrizione) ha effettuato un ampio monitoraggio sugli aspetti alimentari di filetti di pangasio sotto c’è un articolo…
In poche parole le analisi effettuate dall’INRAN per quanto riguarda la sicurezza d’uso, sia livelli di mercurio che quelli di pesticidi organoclorurati e policloribifenili (PcB) riscontrati nei campioni fino ad ora esaminati erano molto bassi. Quindi le affermazioni trovate su internet mi sembrano prive di dati oggettivi .
Vi lascio alla lettura di numerosi articoli secondo me il pangasio non è nocivo, può essere consumato affidandomi a cosa dice il ministero dell’agricoltura, e l’ASL della regione Emilia Romagna
ARTICOLI NEGATIVI
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/200810articoli/37728girata.asp
Ma ‘sto pangasio che roba è? L’avete già mangiato?». Nei forum su Internet è un tormentone di domande? Da dove viene il pesce che da qualche mese viene servito in molte mense aziendali e che ha invaso i discount, forte di un prezzo stracciato: meno di dieci euro al chilo. «Negli Usa ci invidiano i nostri sistemi di controllo e noi facciamo entrare un pesce così?». Il presidente dell’Associazione nazionale piscicoltori, Pierantonio Salvador è sulle barricate contro quei filetti bianchi candidi che nei supermercati hanno un prezzo fin troppo invitante: meno di dieci euro al chilo, per un parente stretto del pesce gatto. E quella cifra fa crollare le vendite di trote bianche e salmonate, o altri pesci di acquacoltura salata, come le orate.
Tanta veemenza solo per la solita concorrenza dei prodotti dell’Est? «Macché, questo è un problema di salute. Gli allevamenti di pangasio sono per la maggior parte nel delta del Mekong, un fiume che attraversa diversi paesi asiatici che scaricano nelle sue acque. Non dico che sia avvelenato, ma di sicuro la qualità non è certificata come quella dei nostri pesci». Il Mekong dall’altopiano del Tibet attraversa la provincia cinese dello Yunnan, il Myanmar, la Thailandia, il Laos, la Cambogia e il Vietnam, gli scarichi industriali sono più di 200. Il Wwf internazionale ha già da tempo lanciato l’allarme sulle condizioni del fiume e sulla presenza di antibiotici nelle acque dove viene allevato il pangasio . «E questo pesce ce lo troviamo spacciato per sogliola – tuona Salvador – abbiamo le foto, ci sono truffe in corso in diverse rivendite e ristoranti. Spesso non ha l’etichetta regolamentare, perchè forse la gente non lo comprerebbe. E’ tra gli alimenti che alla Ue dà “l’allerta rapida”, per la zona dalla quale proviene, con troppi pochi controlli. Ma non sarebbe meglio mangiare una delle nostre trote, allevate in Italia che sappiamo cosa mangiano?» .
Questo è un altro punto dolente che spiega Antonio Trincanato, direttore dell’Api: «Le farine usate da noi negli allevamenti arrivano dal Perù e sono molto care, per questo i nostri pesci costano di più. Ma il pangasio cosa mangia? Dicono si cibi di scarti di lavorazione del riso, ma qualcuno sospetta che vengano riciclati anche gli avanzi di lavorazione dello steso pesce». Insomma un pesce «cannibale» suo malgrado. Tricanato è l’esperto delle cifre dell’invasione: il prezzo all’importazione 1,8 dollari al chilo, 1,3 milioni di tonnellate ogni anno nella Ue passando dall’Olanda. «Dobbiamo pretendere più controlli – chiude Salvador – Questo pesce finisce nei piatti delle mense scolastiche dei nostri bambini». E in quelle delle grandi aziende, dove i menù riportano «pangasio al forno», o «pangasio impanato». E tutti, impiegati e fattorini a chiedersi: «Ma che cos’è ‘sto pangasio?».
ARTICOLI POSITIVI
Articolo tratto dal ministero dell’agricoltura
http://www.agricolturaitalianaonline.gov.it/contenuti/pesca_e_acquacoltura/pescato/produzione/inran_il_pangasio_specie_ittica_emergente
Inran, il pangasio specie ittica emergente filetti di pangasio 20.10.08 di Elena Orban *
Il suo consumo è in costante aumento, grande protagonista della ristorazione collettiva per il basso costo, la praticità e versatilità in cucina. E’ allevato in Vietnam, nel bacino del Mekong. L’Inran ha effettuato un ampio monitoraggio sugli aspetti chimico-nutrizionali di questo pesce. Rispetto alle specie di acquacoltura nazionale ha un valore alimentare inferiore
Il pangasio (Pangasius hypophtalmus) ha conquistato prepotentemente il mercato, soppiantando addirittura il persico africano (Lates niloticus), altra specie ittica emergente sui nostri mercati, creando competizione con le specie di acquacoltura nazionale. Russia ed Unione Europea, al 2006, costituivano i due terzi delle esportazioni vietnamite di questa specie ( Fao Globefish 2006; Fao Globefish 2005), in Italia il suo consumo è in costante aumento (Ismea 2006) ed é divenuto uno dei pesci protagonisti della ristorazione collettiva (mense scolastiche, aziendali, ..) per il suo basso costo, la sua praticità e versatilità in cucina.
Il Pangasio, pesce di acqua dolce della Famiglia dei pesci gatto, allevato in Vietnam, soprattutto nel bacino del fiume Mekong, viene commercializzato, presso i mercati ed i supermercati della Grande distribuzione, in filetti privi di spine, di peso variabile (120-250 grammi) decongelati o congelati e glassati, venduti sfusi o in buste da 1 Kg (contenenti filetti della stessa pezzatura) spesso trattati con l’aggiunta di E 451, cioè sodio o potassio tripolifosfato, dichiarato in etichetta, allo scopo di trattenere l’acqua soprattutto all’atto dello scongelamento.
Nell’ambito della sua attività di studio sulla qualità alimentare delle specie ittiche, l’Inran, ha effettuato un ampio monitoraggio sugli aspetti alimentari di filetti di Pangasio, venduti decongelati al banco del fresco o congelati, presso differenti supermercati della grande distribuzione e negozi di prodotti congelati e surgelati.
I risultati relativi alla composizione chimico-nutrizionale hanno mostrato un tenore in acqua elevato (80-85 g/100 g), un contenuto in proteine (13-15/100 g.)leggermente inferiore alla maggior parte delle specie ittiche consumate, un modesto contenuto in grassi (1.1-3.0 g/100 g) e un tenore in sodio variabile e piuttosto elevato dovuto forse al sodio tripolifosfato (E 451) aggiunto in fase di trasformazione allo scopo di aumentare la ritenzione idrica delle proteine e migliorare la qualità e consistenza. I livelli di magnesio sono risultati invece inferiori a quelli di altre specie ittiche.
La frazione lipidica è caratterizzata da una composizione in acidi grassi nella quale predominano gli acidi grassi saturi saturi (41.1-47.8% degli acidi grassi totali) che, se consumati in eccesso, sono correlati con le malattie cardiovascolari, mentre i polinsaturi della serie n-3 (o omega 3) sono contenuti in quantità minima ( 2.6-6.7% degli acidi grassi totali). Quest’ultimo aspetto è di estrema rilevanza in quanto il consumo di pesce è importante proprio per l’apporto di acidi grassi n-3. Per tale ragione infatti anche il menù delle mense scolatiche ed aziendali prevede 2 volte a settimana un piatto di pesce. Il Pangasio, rispetto alle specie di acquacoltura nazionale e alla maggior parte delle specie ittiche tradizionalmente consumate, ha un valore alimentare inferiore.
Il pangasio ha carni bianche o rosa chiaro, scarso sapore, a volte di fango a seconda della provenienza, assenza di “odore di pesce”. Alla cottura i filetti conservano una consistenza soda.
Al consumatore non esperto è difficile riconoscere i suoi filetti quando alcune volte viene spacciato al commercio come filetto di merluzzo o di gallinella.
Per quanto riguarda la sicurezza d’uso, sia livelli di mercurio che quelli di pesticidi organoclorurati e policloribifenili (PcB) riscontrati nei campioni fino ad ora esaminati erano molto bassi.
*Dirigente di ricerca Inran (Area prodotti ittici)
articolo tratto dal sito dell’ASL dell’emilia Romagna
http://www.saluter.it/wcm/saluter/news/ausl_pr/pescepangasio.htm
Pesce pangasio: nulla osta al suo utilizzo nelle mense scolastiche
Ha un valore nutrizionale inferiore rispetto alle specie ittiche nazionali. Nessuna comunicazione di non conformità all’uso è pervenuta ai servizi dell’AUSL
(18/11/2008) – < Azienda Usl Parma > – Il pesce pangasio può rientrare tra le possibili scelte di prodotti ittici utilizzati nelle mense scolastiche e, più in generale, della ristorazione collettiva, anche se le sue caratteristiche nutrizionali non sono ottimali – in particolare per l’elevata percentuale di grassi saturi a discapito degli acidi grassi omega-3.
Ad oggi, attraverso il Sistema Rapido d’Allerta, non sono pervenute ai servizi dell’AUSL comunicazioni in merito a non conformità riscontrate su questa tipologia di prodotto alimentare.
In sintesi è utile ribadire il concetto per cui la specie ittica in questione, importata attraverso i canali legali, viene sottoposta ai controlli ufficiali da parte degli U.V.A.C. (ufficio Veterinari Adempimenti Comunitari) e del P.I.F. (Posto Ispezione Frontaliero) del Ministero della salute e quindi è regolarmente commercializzata sul territorio nazionale.
Breve scheda del pesce pangasio.
Il pangasio è un pesce d’acqua dolce, allevato in Vietnam, nel delta del Mekong. Questi pesci vengono spinti in bacini chiusi o in canali dove avviene l’acquacoltura in gabbie galleggianti all’interno delle quali vengono alimentati con resti di vegetali, invertebrati ed altri pesci, in quanto hanno una dieta onnivora.
In Italia è legalmente importato ed il suo consumo è in costante aumento (Ismea 2006) commercializzato presso mercati e supermercati della grossa distribuzione è diventato, specialmente per il suo basso costo, il pesce protagonista della ristorazione collettiva.
Riporto testualmente da uno studio effettuato dalla Dr.ssa Elena Orban ricercatrice dell’Inran – Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione.
“L’Inran ha effettuato un ampio monitoraggio sugli aspetti alimentari di filetti di pangasio venduti decongelati al banco del fresco o congelati presso differenti supermercati della grande distribuzione e presso negozi di prodotti congelati e surgelati. I risultati relativi alla composizione chimico-nutrizionale hanno mostrato un tenore in acqua elevato (80-85 g/100 g), un contenuto in proteine (13-15/100 g.) leggermente inferiore alla maggior parte delle specie ittiche consumate, un modesto contenuto in grassi (1.1-3.0 g/100 g) e un tenore in sodio variabile e piuttosto elevato dovuto forse al sodio tripolifosfato (E 451) aggiunto in fase di trasformazione allo scopo di aumentare la ritenzione idrica delle proteine e migliorare la qualità e consistenza. I livelli di magnesio sono risultati invece inferiori a quelli di altre specie ittiche.
La frazione lipidica è caratterizzata da una composizione in acidi grassi nella quale predominano gli acidi grassi saturi (41.1-47.8% degli acidi grassi totali) che, se consumati in eccesso, sono correlati con le malattie cardiovascolari, mentre i polinsaturi della serie n-3 (o omega 3) sono contenuti in quantità minima ( 2.6-6.7% degli acidi grassi totali).