Rete-trappola. Sono sempre di più le vittime di raggiri su Internet che si rivolgono alla polizia postale
Attenti alla “rete”. Sono, infatti, sempre più numerose le segnalazioni che arrivano alla polizia postale di Enna per quanto riguarda le truffe telematiche. Basta un attimo di distrazione mentre si legge una e-mail o mentre si fa un acquisto on-line per trovarsi con conti in banca e tasche particolarmente alleggerite da truffatori decisamente abili, che hanno trovato nel web la loro ultima frontiera per delinquere.
Tra l’agosto del 2007 e il mese in corso sul territorio ennese le denunce per truffe telefoniche sono state 40, le intrusioni in sistemi informatici 2 e un soggetto è stato denunciato all’autorità giudiziaria; 7 sono state le clonazioni di carte di credito segnalate alla polizia postale, 21 le truffe avvenute a mezzo sistemi informatici e 9 le persone denunciate. Per violazione della privacy nell’ultimo anno sono state denunciate 3 persone, 5 sono state le molestie a mezzo sistemi informatici e 4 le persone denunciate, 3 le denunce per diffamazione a mezzo sistemi informatici e una la persona denunciata.
Attualmente sono in corso delle indagini della polizia giudiziaria per identificare gli autori dei reati indicati. Sempre più frequenti sono le truffe compiute sulle aste on-line, tra le quali la più famosa è e-bay. Sono tanti gli utenti che hanno acquistato oggetti di valore come computer, telefonini e anche orologi, ricevendo in cambio della somma pattuita nel momento in cui si sono aggiudicati l’asta, nulla o oggetti di scarsissimo valore. E al momento di protestare l’utente che ha effettuato la vendita è risultato impossibile da trovare.
Particolarmente frequente tra le truffe telematiche è il “phishing”, ossia l’invio di false e-mail che recano l’indirizzo di grosse banche e delle poste italiane. Il contenuto è sempre uguale, viene richiesto di fornire il proprio pin o le proprie coordinate bancarie per effettuare controlli indispensabili sul vostro conto, pena la immediata cessazione dello stesso. La procedura, all’apparenza senza rischi, consiste nel clikkare su un link scritto alla fine della mail. Una volta clikkato e inseriti i dati personali del conto, nel giro di poco tempo dei propri risparmi non rimane più nulla. A guardare bene, però, il contenuto della mail, anche se reca il nome di una banca che magari corrisponde alla propria (ed è solo il caso molto spesso, se coincide il nome della filiale con la propria) è pieno zeppo di errori di ortografia e sintassi. In ogni caso, è bene contattare la propria banca e chiedere se sia stata inviata qualche richiesta per posta, per essere sicuri di non essere potenziali vittime di questo diffuso tipo di truffa.
La polizia postale è, comunque, il punto di riferimento ideale per quanti finiscono vittime di truffe on-line. La polizia di Stato, attraverso il proprio sito web, ha messo a disposizione degli utenti un commissariato on-line, in cui potere effettuare, previa registrazione al sito, la propria denuncia o segnalazione. Sempre on-line sul sito della polizia è disponibile anche un esperto a cui rivolgere le proprie domande e e i propri dubbi in tempo reale.
Autore: Tiziana Tavella tratto dal giornale La Sicilia del 24 luglio 2008